L’osteopatia è una disciplina complementare alla medicina tradizionale che in Italia, nonostante venga praticata da più di 25 anni, è stata riconosciuta come professione sanitaria a partire dal Dicembre 2017.

Il Ruolo

L’osteopatia si basa sul contatto manuale sia durante la fase di diagnosi osteopatica che durante il trattamento. La particolarità di questa disciplina risiede nell’avere un approccio causale piuttosto che sintomatico, quindi l’osteopata va a ricercare quali sono le zone ipomobili del corpo e quali in sovraccarico (costrette a lavorare più di quanto dovrebbero) e che probabilmente stanno generando il sintomo. Il compito dell’osteopata è quello di migliorare e dare agio alle aree ipomobili, permettendo quindi alle zone in sovraccarico di adattare meglio ai diversi stress, stimolandone la guarigione e risultando quindi in una risoluzione o riduzione della sintomatologia dolorosa. In osteopatia vengono utilizzate diverse tipologie di tecniche: strutturali, fasciali, viscerali e cranio-sacrali a seconda delle esigenze del singolo paziente.

Opera un ruolo preventivo

Agisce sulle zone in sovraccarico

Consente una migliore capacità di adattamento al paziente

Un po’ di storia

L’osteopatia è stata fondata e messa a punto da Andrew Taylor Still, un medico statunitense vissuto dal 1828 al 1917. L’idea di fondare una nuova disciplina, fu la conseguenza di una serie di tragici lutti che colpirono la famiglia di Still, infatti il medico ebbe un totale di 12 figli da due mogli diverse, più un figlio adottato di cui si sa poco. Nel 1864, dopo aver già perso 2 figli pochi giorni dopo la nascita, nell’arco di 4 settimane Still perse 4 figli, 3 a causa di un’epidemia di meningite e una per una polmonite. Lo strazio e la frustrazione per la perdita della famiglia, e la sua incapacità nell’aiutarli con la medicina tradizionale, spinsero Still a cercare nuove strade e lo portarono a scoprire l’osteopatia. Nonostante questi drammatici avvenimenti abbiano certamente contribuito alla nascita dell’osteopatia, è lo stesso Still ad ammettere che già all’età di 10 anni aveva scoperto un rimedio “casalingo” per l’emicrania. Aveva infatti scoperto che appoggiando la zona nucale su una corda tesa tra due alberi (usando la corda come fosse un cuscino) l’emicrania scompariva, aveva “casualmente” scoperto una tecnica (inibizione dell’area suboccipitale) che ancora oggi è una delle più utilizzate nel trattamento delle cefalee miotensive.